17 maggio 2017

Anoressia-bulimia: una malattia dell’amore

di Cinzia Montuori

L’anoressia-bulimia è un disturbo del comportamento alimentare. La declinazione anoressica implica un rifiuto del cibo che, nei casi estremi, può condurre alla morte mentre il versante bulimico si caratterizza per le frequenti abbuffate seguite da vomito autoindotto.

Entrambe – anoressia e bulimia – sono da intendersi come manifestazioni di uno stesso disagio che ha a che fare con un bisogno primordiale come la fame. La sua soddisfazione, nei primi mesi di vita, è delegata alle cure materne o a chi si occupa del neonato. E’ un bisogno che passa attraverso la mediazione di un’altra persona, solitamente la mamma, che interpreta i segnali e i bisogni del proprio piccolo dando un “nome” a ciascuno dei suoi pianti.

L’essere umano, però, non è un semplice aggregato di bisogni primordiali da soddisfare e la fame con cui viene al mondo non è solo fame di cibo ma anche di amore, di desiderio dell’Altro inteso come desiderio di essere desiderato dall’Altro.

Si potrebbe dire che la nascita psicologica di un individuo sia proprio legata alla risposta che riceve alla propria domanda d’amore. Lo si vede bene ascoltando le storie delle pazienti che soffrono di disturbi in questa sfera e che raccontano di una vita familiare in cui le cure materne non sono mai mancate. Tutt’altro. Non stupisce infatti che siano proprio le figlie più curate a diventare anoressiche o bulimiche.

Si tratta di giovani donne che appartengono a famiglie benestanti in cui, però, una montagna di regali o la totalità delle cose non fanno l’amore. L’Altro materno dell’anoressica-bulimica risponde alla domanda d’amore offrendo cose, cibo, “mangime”. E’ in grado di dare solo ciò che ha. Rifiutando invece qualunque dono che possa provenire dall’Altro, l’anoressica vorrebbe costringere l’Altro a farsi guardare con altri occhi. Rinunciare al cibo fino a scomparire per indurre l’Altro ad accorgersi del “peso” della propria esistenza: questa è la “sfida” dell’anoressia.

L’amore cui l’anoressica anela è un amore “impossibile” a realizzarsi perché è un amore ideale che aspira ad una fusione con l’Altro materno. La crisi bulimica mette in scena proprio la ricerca di questo oggetto (d’amore) attraverso il cibo con l’illusione di potervi trovare esattamente quella “Cosa” capace di soddisfare il vuoto che costituisce la propria mancanza, profonda e sconosciuta. Tentativo deludente che non può che culminare con l’unica alternativa possibile: liberarsi (attraverso il vomito) per ricreare nuovamente quel vuoto che tornerà a riempire compulsivamente alla crisi successiva.

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