5 maggio 2017

Tu di che famiglia sei?

A cura della Redazione

Nuovi legami e nuove costruzioni sociali sono sempre più presenti nella nostra società, proviamo a fare una breve esemplificazione di quelle che rientrano tra le cosidette nuove famiglie, anche definite famiglie ipermoderne:

  • le famiglie monogenitoriali composte cioè da un solo genitore come nel caso di un vedovo o di una ragazza madre;
  • omogenitoriali in cui una coppia di omosessuali, gay o lesbiche ha uno o più bambini;
  • le famiglie allargate sono tradizionalmente un gruppo più grande di più di una generazione di persone tra loro imparentate. Questi possono essere i genitori con i loro figli e nipoti, zii, zie o altri parenti, ma con allargata si intende anche una famiglia ricostruita con un partner diverso (anche dette famiglie ricomposte) all’interno di queste famiglie ci sono figli che si ritrovano oltre ai genitori biologici anche genitori acquisiti.

Sono famiglie, rispetto alle “famiglie naturali classiche”, anche quelle che hanno figli adottivi o quelle che hanno difficoltà ad avere dei figli propri e ricorrono alla medicina procreativa che spesso mette a dura prova le coppie che probabilmente faticano a riconoscersi come una famiglia senza un bambino.

Ci sembra importante che il denominatore comune nelle diverse forme di famiglie è l’unione di due persone (anche se non c’è più come per le monogenitoriali) con o senza prole non sempre unite da un matrimonio.

Al di là di ogni regola sociale imperante queste unioni esistono e si creano con una tendenza naturale, sono modi di stare insieme, anche se non sempre riconosciute dal diritto.

Possono prendere forme che ancora non immaginiamo ma il collante sembra essere sempre lo stesso: l’amore.

Alle problematiche relazionali tra qualsiasi individuo, possono sommarsi le questioni da affrontare in quanto componenti di famiglie che non fanno parte di categorie riconosciute. Questo può avere conseguenze spiacevoli nella quotidianità dei soggetti appartenenti a queste famiglie che vengono considerate e spesso trattate come “diverse”, questo può produrre disagio e sofferenza.

Il disagio è però, sempre soggettivo, “coniugato” al singolare in questo caso e l’accoglienza, l’ascolto e la cura psicoterapeutica sono rivolte al soggetto al di là del tipo di coppia o di famiglia egli presenti per alleviare la fatica e la sofferenza di chi ha il coraggio di uscire dagli schemi facendosi carico della propria unicità.

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